Il 6 e il 7 ottobre di ogni anno nel piccolo borgo dove abito organizziamo: "LA SAGRA DELLA RANA" per ricordare che fino a 60 anni fa questo piccolo paese viveva coltivando canapa.
La pianta della canapa va tenuta in ammollo negli stagni per poter staccare facilmente la fibra dal tronco.
In questi stagni prolificavano a migliaia le rane che facevano parte insieme ad altri prodotti della terra dell'alimentazione dei borghigiani.
Acquistate le rane già pulite ed eviscerate, (se le trovate fresche) oppure se congelate basterà scongelarle ed asciugarle avvolgendole in un canovaccio.
Mettete in un tegame le uova, la farina, la birra e sbattete bene con la frusta per eliminare tutti i grumi.
La pastella deve risultare nè troppo liquida nè troppo densa (immergete per prova una rana, deve risultare appena ricoperta di pastella).
Nell'olio caldo ma non bollentissimo immergete una alla volta le rane afferrandole per una zampa dopo averle passate nella pastella.
Cuocetele fino a quando risultano belle dorate, scolatele, salatele e servitele con il limone a spicchi.
Non sempre le rane sono tutte uguali, quindi è meglio dividere quelle più grandi da quelle più piccole.
Bisogna cuocere per prime quelle piccole, poi quelle grandi perchè l'olio essendo meno caldo cuoce più lentamente arivando anche al centro delle carni senza bruciarle.
Purtroppo le rane da noi si dice che siano: " più rare della brava gente", perchè per diverse cause imputabili soprattutto al genere umano sono quasi scomparse, e per poterle cucinare in questa sagra dobbiamo acquistarle all'estero.