Ecco una ricetta che ho ereditato da mia suocera, donna saggia e accorta; questo piatto veniva chiamato semplicemente "pollo all'acqua".
Io credevo fosse un normale pollo lesso e invece ho dovuto ricredermi, provate e assaggiate!
Lavate le coscie di pollo e sistematele in una padella larga e un pò profonda, aggiungete i rami di rosmarino e l'aglio tagliato a fettine, salate, spruzzate con la noce moscata in polvere e coprite interamente il pollo d'acqua.
Coperchiate la padella e cuocete a fuoco vivace per la prima mezzora, poi riducete la fiamma continuate la cottura a padella scoperta.
Bucate il pollo con una forchetta, se risulta quasi cotto rigiratelo di tanto in tanto facendolo colorire nel grasso che ha rilasciato cuocendo.
Se invece la cottura non è ancora ottimale aggiungete ancora un poco d'acqua fino al raggiungimento del risultato.
Se volete fare in forno questa ricetta basterà cuocere il pollo all'acqua in una teglia ricoperta con la stagnola e scoprirla a cottura quasi ultimata.
In questo caso io ho fatto cuocere solo coscie, ma solitamente faccio anche il pollo intero o la faraona.
Questa è anche un'ottimo sistema di cottura per sgrassare le carni dell'anatra o dell'oca, la pelle spessa di questi palmipedi è un'ottimo condimento quindi non mettendo null'altro che acqua il grasso si scioglierà e renderà le carni più magre.
Nei primi del novecento i condimenti erano troppo preziosi per essere sprecati, l'olio era un lusso, il burro era fatto in casa ma mancavano i frigoriferi per conservarlo e quindi le massaie di allora sfruttavano il grasso degli alimenti che cucinavano.
Non solo il pollo veniva cotto con questo procedimento, ma anche: l'anatra, l'oca, la faraona, il tacchino l'agnello e il capretto, a queste ultime veniva aggiunto all'acqua un bicchiere di vino rosso per ammorbidire il loro sapore particolare.