Si tratta di un piatto tipico della Valtellina, bellissima vallata che attraversa la provincia di Sondrio, in alta Lombardia.
Patria di questo piatto caratteristico è la località di Teglio, dove c'è anche l'Accademia del Pizzocchero, ma si fanno e si gustano in tutta la Valtellina, da Tirano dove comincia la valle, a Livigno, sconfinando anche nelle zone vicine.
Ricetta di Quirina Pruneri
Redazione di Forlì Cesena
Mescolare le due farine, impastandole con acqua tiepida e lavorandole per circa un quarto d’ora,
Lasciare riposare la pasta, quindi con il mattarello tirare la sfoglia fino ad un spessore di circa 2-3 millimetri e, da questa, ricavare delle fascie larghe circa 7 cm., che vanno sovrapposte e tagliate ottenendo delle tagliatelle larghe poco più di mezzo centimetro.
Cuocere le verze a piccoli pezzi e le patate a tocchetti in abbondante acqua salata; dopo 5 minuti unire i pizzoccheri.
Dopo circa 8-10 minuti raccogliere una parte di pizzoccheri e verdure con la schiumarola, e disporli in una teglia ben calda, cospargere con il grana grattugiato e il Casera a fettine sottili, proseguire alternando pizzoccheri e formaggio.
Friggere il burro con l’aglio e versarlo sui pizzoccheri.
Senza mescolare servire i pizzoccheri su piatti molto caldi con una spruzzata di pepe.
C'è chi, invece del pepe, ci mette un pizzico della caratteristica "pesteda", un condimento tipico valtellinese fatto con erbe di alta montagna essiccate.
Secondo Giuseppe Baretta, ricercatore della Biblioteca Nazionale Braidense, i "PINZOCHERI, oggi chiamati pizzoccheri fatti con il grano saraceno, già si gustavano ai tempi della Meluzza, che fu l'inventrice, una donna che di cucina la sapeva lunga.
Ortensio Landi nella sua opera "Catalo dell'inventario delle cose che si mangiano, et delle bevande c'heggedì s'usano", stampato a Venezia nel 1548, scrive:
"Meluzza comasca: fu l'inventrice di mangiar lasagne, maccheroni con l'aglio, spetie, et cacio, di costei fu anche l'inventione di mangiar formentini, lasagnuole, pinzocheri, vivarmolo: morì di penta et honorevolmente sepolita".
La storia testimonia che nel 1192 l'imperatore Enrico VI impose a Teglio l'ubbidienza alla ghibellina Como. I secoli che succeddettero, sino ad arrivare al trattato di Alleanza con i Grigioni nel 1512, furono un susseguirsi di domini: ora i guelfi di Milano, ora i ghibellini comaschi. Ricordiamo che ancora oggi la Valtellina è sotto l'arcivescovado di Como. Altra notizia storica da non sottovalutare è naturalmente la visita di Ortensio Lando presso la famiglia Besta di Teglio nel 1500. Si suppone quindi che in quella occasione degustò i famosi pizzoccheri di Teglio.
Notizie tratte dal sito dell’Accademia del pizzocchero di Teglio